Walter Bonatti
Fotografie dai grandi spazi
Mostra promossa e prodotta da Contrasto, Civita e GAmm Giunti in collaborazione con l’Archivio Bonatti, e organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con l’Associazione Giulia Falletti di Barolo.
Con questa mostra la Fondazione Bottari Lattes prosegue la programmazione culturale dedicata alla fotografia, che in passato ha portato a Monforte la rassegna Fotograficamente a cura di Daniela Trunfio, con workshop e mostre di grandi nomi quali Rafael Minkkinen e Franco Fontana con Nudi d’autore, Mario Dondero e Pepi Merisio con L’arte del fotogiornalismo, Uliano Lucas con Racconti di fotogiornalismo, Federico Massimiliano Mozzano con Fotografia & Scrittura, Daewong Kim, Laura Lamanda, Michela Bernasconi, Maddalena Migliore. Anche l’Associazione culturale Giulia Falletti di Barolo è impegnata nella promozione culturale del paese di Barolo e del territorio con concerti, eventi artistici e il festival Vini Corsari, che riunisce vignaioli provenienti da tutta Europa. Insieme presentiamo una mostra di fotografie di Walter Bonatti: un unico racconto visivo, un insieme di immagini straordinarie stampate in grande formato, un’avventura esistenziale unica, che permette di conoscere l’alpinista, l’esploratore ma, soprattutto il fotografo. Un’occasione per ripercorrere oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più impervi della Terra e raccontare la passione per l’avventura, insieme alla straordinaria professionalità di un grande reporter.
Bonatti imparò a fotografare e a scrivere le proprie avventure con la stessa dedizione posta nel carpire i segreti della montagna. E se l’alpinista estremo (e spesso solitario) aveva conquistato l’ammirazione degli uomini, l’essere insieme narratore e protagonista delle proprie avventure, e non semplice documentarista, lo proietterà anche nell’immaginario dei più giovani.
A ogni viaggio, Bonatti partiva alla ricerca dei suoi ricordi letterari e dei suoi eroi, cercando di riviverne le avventure. In questo processo di immedesimazione la fotografia era fondamentale. Molte tra le folgoranti immagini di Bonatti sono grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di contemplazione, di scoperta. Nelle fotografie, Bonatti riesce a cogliere la sua stessa fatica, la gioia per una scoperta, così come le geometrie e le vastità della natura che andava esplorando. Così, immagine dopo immagine, reportage dopo reportage, si compie il racconto dell’avventura e, insieme, il “romanzo dell’io” di Walter Bonatti.
Oltre all’indubbio talento nello scegliere e inquadrare i suoi soggetti, era palese in Bonatti il piacere di fotografare, di guardare. Di andare a vedere, appunto. Per sé innanzitutto, e poi per mostrare e raccontare agli altri. Una passione e probabilmente anche un’esigenza, nate già negli anni dell’alpinismo e poi consolidata nel tempo, con i racconti d’imprese affascinanti e impossibili.
In mostra le immagini di Bonatti compongono un lungo, unico diario di viaggio dove, in una sequenza non cronologica ma certo non casuale, si intrecciano visioni e ricordi. Le fotografie sono accompagnate da brevi note dello stesso autore, parole tratte dai suoi molti testi, da quelli apparsi sulla rivista Epoca negli anni dal 1965 al 1978, alle memorie dei suoi libri, ai resoconti delle conferenze tenute negli ultimi anni: notazioni con cui Bonatti illustrava il senso e il valore di ogni immagine e, insieme, il senso e il valore unico di ognuna delle sue tante avventure.
Walter Bonatti nasce a Bergamo nel 1930. Del 1951 è la sua prima grande impresa alpinistica: con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio del Monte Bianco. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete nord del Cervino aprendo una nuova via. È la sua ultima impresa di alpinista estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979. A partire dagli anni Sessanta pubblica numerosi libri che narrano le sue avventure in montagna e negli angoli più sperduti del pianeta. Muore a Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni.
Dopo l’inaugurazione, sabato 18 giugno alle 21 con il concerto del Manomanouche Quartet presso la cantina Conterno Fantino si apre la rassegna estiva di Cambi di Stagione, il Festival Musicale internazionale di Monforte d’Alba che offre al pubblico una serie di appuntamenti originali e ospiti di prestigio.
Ufficio Stampa :
Federica Mariani 345 644 2955
Simona Arpellino 3456449607
Francesca Varano 380 4698433
Fondazione Bottari Lattes
Via Marconi 16
Monforte d’Alba (Cn)
18 giugno – 2 settembre 2016
lunedì-venerdì ore 14.30-17.00
sabato e domenica ore 15.30-18.30
Ingresso libero
Per info: +39 0173 789282
segreteria@fondazionebottarilattes.it
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