L'OPERA LETTERARIA DI MARIO LATTES
Soggetti e opere


Il ponte stampa Mario Lattes

Bibliografia cronologia delle opere di Mario Lattes

Poesie e cinque disegni, Milano, Fiumara, 1949
3 poesie di Mario Lattes, in “Fiera letteraria”, Anno VI, n. 1 – gennaio 1951, p. 6
Sortita di paragone degli artisti francesi, in “Fiera letteraria”, ANNO VII, n. 4 – gennaio 1952, p. 7
Il piacevole Ottocento, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 6, febbraio 1952, pp. 6-7
Cronache torinesi, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 9, marzo 1952, p. 6
Fiera di vecchi quadretti, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 11 – marzo 1952, p. 6
Le maschere di Ensor recitano in provincia, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 12, marzo 1952, p. 6
L’uomo spogliato del mondo, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 14, aprile 1952, p. 6
Arte in vetrina, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 20 – maggio 1952, p. 6
Amore della natura, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 22 – giugno 1952, pag. 6
Centenario della promotrice, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 26, giugno 1952, p. 6
Occasioni europee, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 39 – settembre 1952, p. 7
Pittura per giornalisti, in “Fiera letteraria”, Anno VII, n. 48 – novembre 1952, p. 7
Da un corno all’altro, in “Fiera letteraria”, Anno VIII, n. 6 – febbraio 1953, p. 7
Motivo d’un viaggio, in “Gazzetta del popolo”, 27 ottobre 1953, p. 3
Giovinezza, in “Gazzetta del popolo”, 7 novembre 1953, p. 3
Solitudine, in “Il Mondo”, Roma, 10 dicembre 1953
Via Stampatori, in “Il Mondo”, Roma, 20 dicembre 1953
Mario, Itagliano con la g., in “Questioni”, anno I, febbraio 1954, n. 1, p. 11
Giovani e Anziani, in “Il Mondo”, Roma, 12 gennaio 1954
Il Retaggio, in “Il Mondo”, Roma, 26 gennaio 1954
I Marziani, in “Gazzetta del popolo”, 12 novembre 1954, p. 3
Lamento Biennale, in “Questioni”, anno II, n. 2, marzo 1956, p. 25
Arti Figurative, in “Questioni”, anno III, n. 2, marzo 1956, pp. 27-28
Viaggio all’Isola, in “Questioni”, anno III, n. 6, novembre 1956, pp. 19-24
La pensione, in “Il Mondo”, IX, 17, 23 aprile 1957, pp. 11-12
L’Insonnia, in “Il Mondo”, IX, 36, 3 settembre 1957, p. 10
La bella vita, in “Il Mondo”, IX, 42, 15 ottobre 1957, p. 11-12
Le notti nere, in “Questioni”, anno IV, n. 6, novembre 1957, pp. 14-18
L’Antisemitismo, conversazione tenuta il 3 febbraio 1958, Torino, S.A.N., 1958
Le Notti Nere, Torino, Lattes, 1958
La stanza dei Giochi, Milano, Ceschina, 1959
Lo spirito e la materia: 1. Osservazioni di una nota di G. Romano, in “La Rassegna mensile di Israel”, XXV, n. 8-9 (1959), pp. 359-360
Devozione, in “Questioni”, anno VII, n. 3-4, maggio-luglio 1960, pp. 30-33
La notte degli angoli, in Antologia di scrittori piemontesi e contemporanei, a cura di Luigi Carluccio, Alpignano, Tallone, 1960
Buon mo’èd, in “La Rassegna mensile di Israel”, XXVI, n. 4 (1960), pp. 164-166
Il Re dei Francobolli, in “Gazzetta del popolo”, anno 115, n. 98, 8 aprile 1962, p. 3
Inquilino rispettoso, in “Gazzetta del popolo”, 3 giugno 1962, p. 3
Nella Terra, in “Cratilo, 1963
Mario Lattes : dal 24 gennaio al 6 febbraio 1970, Torino, Galleria Viotti, 1970.
Fine Anno, Torino, Bona, 1972
Il borgese di ventura, Torino, Einaudi, 1975
L’Appartamento nuovo, in “Gazzetta del popolo”, 15 febbraio 1976, p. 5
Il Divorzio di Pedagna, in “Gazzetta del popolo”, 28 marzo 1976, p. 5
L’incendio del Regio, Torino, Einaudi, 1976
L’amore è niente, postfazione di G. Tesio, Torino, La Rosa, 1985
Studi in memoria di Alfredo Ravenna, in “La Rassegna Mensile di Israel”, Terza serie, LXV, n. 3, 1998, Roma, Unione delle comunità ebraiche, pp. 121-148 o 9-14
Il Castello d’Acqua, postfazione di G. Tesio, Torino, Nino Aragno, 2004, postumo
L’incendio del Regio, prefazione di Ernesto Ferrero, Venezia, Marsilio, 2011
Il borgese di ventura, prefazione di Valter Boggione, Venezia, Marsilio, 2013
Il Ghetto di Varsavia, a cura di G. Jori, Lugano, Cenobio, 2015, postumo

Sarà cura del Comitato per l’Edizione dell’Opera Omnia di Mario Lattes incrementare e aggiornare il presente l’elenco.
La maggior parte dei testi può essere consultata presso la Biblioteca Pinacoteca “Mario Lattes” a Monforte d’Alba. Per informazioni scrivere a: archiviobiblioteca@fondazionebottarilattes.it.

I temi cari a Mario Lattes

La produzione letteraria di Mario Lattes si fonda innanzitutto su di un autobiografismo sui generis nel quale il grigiore e l’apatia della quotidianità si mescolano alle labirintiche distorsioni del sogno, della memoria e del ricordo. Come in un gioco di contrappesi, a una minuziosa e accurata descrizione della realtà esteriore fanno da contraltare sogni e ricordi che proiettano la narrazione in un orizzonte simbolico e universale.

Lattes scrittore compone il diario di un’alterità che non è soltanto quella della sua condizione di ebreo in fuga dalle leggi razziali o calato in una cultura di matrice cattolica. La sua è piuttosto la disarmonia di chi percepisce di vivere in un mondo privo di solidarietà e comprensione dove l’esistenza viene faticosamente consumata in una rappresentazione esteriore che non lascia trapelare quelli che sono i movimenti interiori dell’animo.

Memoria e identità sono gli argomenti di cui sono fatti i romanzi di Mario Lattes che sono sempre opere autobiografiche, scritte con sensibilità profondamente surreale ed epico senso dell’inconcludenza umana. Sopravvive però sempre l’ironia, soprattutto nell’eterea passione del protagonista di L’Amore è niente.

Antiretorico, crudele nel negare ogni finzione di sentimento, Mario Lattes ha scritto la propria vita di borghese di ventura, scampato ai rastrellamenti e ai campi nazisti, risalito dalla Sabina verso nord assieme agli Alleati in qualità di traduttore e poi di uomo sbandato nella selva oscura della vita qualunque. Nonostante i molti successi raggiunti come editore e le sue continue sperimentazioni in ogni campo, nei suoi romanzi si dipinge come inetto, come siamo tutti se ci togliamo la maschera.

Il tema delle scelte da compiere che conclude Il borghese di ventura ed è la premessa de L’incendio del Regio è in linea con il tema dell’inettitudine di tanta letteratura novecentesca: se le decisioni non vengono prese è perché gli “eroi” (o forse sarebbe meglio dire gli antieroi) di Lattes hanno raggiunto la consapevolezza della vanità di ogni tentativo di vivere la vita in maniera profonda.

Su questa poetica l’autore torinese innesta un linguaggio multiforme, fluttuante e con poche pause che tratteggia con grande incisività la psicologia del personaggio. La passione per gli elenchi – che trova forse il suo esito più estremo nel postumo Il Castello d’Acqua – è un altro elemento ricorrente nella produzione romanzesca. Gli oggetti, le cose fanno da cornice reale a vite che si vivono solamente nel sogno e nel ricordo.

Lo scetticismo nei confronti dell’amore, dell’amicizia e dei rapporti umani in genere ha come unica via di fuga la fantasia come accade al protagonista de L’amore è niente che finisce per innamorarsi di un’annunciatrice televisiva, interpretando alcuni suoi gesti come una corresponsione del sentimento. L’uomo non appartiene a nulla e non diventa mai nulla, tanto che potrebbe cambiare nome senza che nessuno se ne accorga poiché il nome è «soltanto un suono».

Nello scontro con le convenzioni sociali l’individuo perde la propria innocenza. Il forzato adeguamento alla realtà si configura sempre come un disarmonico “incasellamento”: negato quando sarebbe opportuno, imposto quando è superfluo. Ma nelle pagine di Lattes, molto spesso, l’impressione è che il dolore e la paura possano essere esorcizzati con l’ironia. La distorsione grottesca di alcune situazioni è uno dei tratti più marcati della scrittura di Lattes, del suo stile originale, refrattario ai generi e alle scuole dell’epoca.

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