“Pittori/Poeti/Pittori”, mostra tra arte e poesia a cura di Marco Vallora

"Pittori/Poeti/Pittori", mostra tra arte e poesia a cura di Marco Vallora

«Non amo che i quadri che non ho dipinto,
amo viceversa alcune mie liriche…» Filippo De Pisis

Filippo de Pisis, Franco Fortini, Alfonso Gatto, Mario Lattes, Carlo Levi,
Mino Maccari, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini
, Giuseppe Zigaina

Mostra organizzata da Fondazione Bottari Lattes
Inaugurazione: sabato 18 novembre 2017, ore 18
Mostra: da sabato 18 novembre a domenica 17 dicembre 2017
Orari: martedì-venerdì 15.30-19; sabato e domenica 10.30-18.30
Palazzo Banca d’Alba, Via Cavour 4 – Alba (Cn)

Scarica la Brochure Pittori Poeti Pittori-lr

«Spesso mi è venuto di dire che non amo che i quadri che non ho dipinto. Amo viceversa, lasciatemelo dire, alcune mie liriche pressoché inedite e che son sicuro troveranno un giorno il loro critico e esegeta». Filippo De Pisis, Le confessioni (Edizioni Le Lettere, 1996).

Filippo de Pisis, Franco Fortini, Alfonso Gatto, Mario Lattes, Carlo Levi, Mino Maccari, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Zigaina. Artisti del Novecento dalle forme espressive spesso molto differenti, ma accomunati da una caratteristica in particolare: all’inizio della loro carriera hanno sperimentato forme d’arte diverse prima di scegliere quale intraprendere. Pittori che sono anche poeti e poeti che scrivono attraverso la pittura. Per indagare questi tratti e gli intrecci tra arte visiva e scrittura poetica in alcune personalità che hanno segnato la storia culturale italiana, la Fondazione Bottari Lattes propone la nuova mostra Pittori/Poeti/Pittori, curata da Marco Vallora presso il Palazzo Banca d’Alba (Via Cavour 4, Alba – Cn).

La mostra, a ingresso gratuito, inaugura sabato 18 novembre alle ore 18 e prosegue fino a domenica 17 dicembre (da martedì a venerdì 15.30-19; sabato e domenica 10.30-18.30). Organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes, Pittori/Poeti/Pittori è realizzata in collaborazione e con il sostegno di Banca d’Alba, Regione Piemonte, Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Cuneo, Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, con il patrocinio del Comune di Alba e del Comune di Monforte. Info: 0173.789282 – segreteria@fondazionebottarilattes.it.

Le opere provengono da musei, fondazioni, archivi e collezioni private da tutta Italia.

 

Il curatore Marco Vallora illustra la mostra

Il titolo della mostra – spiega il curatore Marco Vallora – richiama una circolarità, un volano che evoca un’incertezza feconda tra arte e poesia. È un fenomeno ovviamente non soltanto italiano, ma in Italia ha avuto alcuni esiti assai curiosi: artisti che all’inizio del loro percorso sono indecisi sulla strada da prendere, se farsi pittori, poeti, musicisti o saggisti. Il problema è comune a molti artisti europei, come testimonia l’epistolario tra Schönberg e Kandinskij.

“Alla maniera di Filippo De Pisis nell’inviargli questo libro”

… l’Arno balsamo fino

LAPO GIANNI

Una botta di stocco nel zig zag

del beccaccino –

e si librano piume su uno scrìmolo

 (Poi discendono là, fra sgorbiature

di rami, al freddo balsamo del fiume)

[Eugenio Montale, Alla maniera di Filippo De Pisis nell’inviargli questo libro, in Le occasioni, 2° Ed. 1940]

 

Spunto iniziale della mostra è una poesia che Eugenio Montale  dedica a Filippo de Pisis. Nati nello stesso anno (1896), i due autori si conobbero nel 1919 post-bellico e da allora mantennero rapporti d’amicizia, scandita negli anni da attestazioni di reciproca stima. Nel 1939 Montale invia a De Pisis, che sa anche essere poeta, una copia delle Occasioni con una affettuosa dedica in forma di poesia, in cui cerca di imitare lo stile del pittore. Come ringraziamento, De Pisis gli regala la tela Beccaccino (1932), una bellissima beccaccia su sfondo marino, un dono importante, per catturare anche la benevolenza del poeta. La mostra espone la lettera di Montale in risposta all’omaggio di De Pisis, in cui, tra orgoglio e ironia, il poeta gli confida: «Caro Pippo, mi sono dato alla pittura e presto ti batterò». Accanto a manoscritti di poesie del De Pisis-scrittore, sono esposti libri rari, suoi appunti sulla storia dell’arte, tele che omaggiano il tema del libro, della penna-piuma, del sonetto, oltre alla documentazione della sua amicizia con Marino Moretti, Palazzeschi e Comisso. E un raro nudino di donna, corredata da lettera autografa di Ungaretti. Si passa al Montale-pittore, forse non così brillante nei risultati, ma assai pugnace: incisioni, tele, in dialogo con De Pisis, ma non solo. Carte, lettere, autografi, fotografie.

 Anche Pier Paolo Pasolini, che ha legami profondi con Montale, inizia a Bologna come De Pisis, quale allievo di Roberto Longhi. La sua passione di storico dell’arte e di pittore non lo abbandona: la filtra nelle poesie, nei saggi, nel cinema. Con Longhi prepara una tesi sulla pittura ferrarese, che però perde in treno. Ciò cambia il destino della sua vita, e si laureerà su Pascoli con Calcaterra. Nella mostra la sua posizione di pittore viene rappresentata da opere, come autoritratti dipinti, disegni o scritti poetici. Si mette in luce la caratteristica, abbastanza unica, di Pasolini, di dipingere non solo con i colori tradizionali, ma con fondi di caffè, olio, vino. Di qui si parte alla volta del suo cinema, con spezzoni scelti e montati: Ricotta, Terra vista dalla luna, Che cosa sono le nuvole?, Teorema, Salò.

Personale è il legame di Pasolini con Franco Fortini (Franco Lattes), un poeta difficile e intenso, che diventerà un saggista imprescindibile, critico severo del lavoro pasoliniano. Pochi sono al corrente che non solo disegnava benissimo ritratti caustici degli amici, su libri e foglietti, ma che era anche un pittore vero, a differenza di Pasolini e Montale, avendo seguito i corsi dell’Accademia.

Mario Lattes, editore torinese e pittore, si dedica alla scrittura e anche alla promozione della cultura letteraria. Ha scritto romanzi eccentrici e originali sul tema della guerra. La sua tesi di laurea sul tema dell’ebraismo, intitolata Il Ghetto di Varsavia, è uscita postuma nel 2016. Nella sua pittura omaggia le tematiche dei suoi scritti e romanzi, come L’incendio del Regio e Il Borghese di ventura, editi da Einaudi e ripubblicati da Marsilio. Negli anni Quaranta, sempre a Torino, pubblica un’importante rivista, Questioni, che per ispirazioni culturali e linea politica si differenzia molto dai periodici culturali del tempo, tra cui il Politecnico e poi il Menabò. A Questioni collaborano autori come Adorno, Simone Weil, Zolla, Abbagnano, Navarro, Albino Galvano, Italo Cremona, con temi nevralgici che si riflettono anche nella sua pittura e che rivelano la sua cultura altra. Come editore e artista progetta e pubblica per anni una celebre antologia per le scuole medie, intitolata Biblioteca, che illustra personalmente con una serie di acquerelli visionari. A testimonianza del suo lavoro e dei suoi interessi, in mostra sono presenti le bozze dei suoi romanzi e poesie, i suoi taccuini di disegni, i volumi della sua biblioteca personale.

La mostra coinvolge altresì i nomi della linea del Realismo, come Carlo Levi, amico di Pasolini, e talvolta in conflitto con lui, grande ritrattista di intellettuali vicini a questi personaggi. Altri invece volano verso il fantastico visionario: Giuseppe Zigaina, che parte dal Realismo, prima socialista poi immaginifico, in alternativa a Guttuso, e poi aderisce a un suo curioso Realismo spettrale e visionario. Amico d’infanzia di Pasolini, collaborò a vari suoi film, soprattutto a Medea. Anche Zigaina è letterato, importantissimo soprattutto per l’attività critico-interpretativa dei testi ultimi di Pasolini, letti in modo originale, secondo l’ipotesi scandalosa di un progetto di suicidio cristologico dello stesso Pasolini.

Anche Alfonso Gatto ebbe rapporti con Pasolini come attore per Il Vangelo secondo Matteo, documentati da foto sul set. Fondatore di una galleria a Salerno, collezionista di manoscritti e libri rari, era anche pittore (acquerelli, olii, tempere e disegni). Ha scritto il libro Coda di paglia, che è stato illustrato da Mino Maccari, pittore decisamente fantastico o caricaturale, su una linea politica diversa da Pasolini e Fortini, anarchico e geniale, non incasellabile. Maccari è in rapporto con Montale, Longhi e Pasolini per il quale disegna un manifesto di Accattone.

La mostra si inserisce nella attività della Fondazione Bottari Lattes, organizzatrice del premio letterario Bottari Lattes Grinzane – che quest’anno ha premiato Ian McEwan per la sezione La Quercia – e di progetti per far conoscere la figura di Mario Lattes, editore, scrittore, pittore di rilievo e collezionista (tra i suoi autori preferiti Ensor, Füssli, De Chirico, Cézanne, Morandi, de Pisis, alcuni dei quali erano presenti nella sua collezione).

 

 

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Info:

0173.789282 – 011.19771755-1  – segreteria@spaziodonchisciotte.it

WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes

 

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