Mario Lattes (Torino 1923-2001), pittore, scrittore ed editore, è stato un personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo dopoguerra e del nostro passato prossimo. Torino è sempre stata la sua unica e vera città.
Durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali e si unisce alle truppe alleate in qualità di interprete. Dopo la Seconda guerra mondiale si avvia alla pittura e si dedica alla casa editrice torinese Lattes, fondata nel 1893 dal nonno Simone. Nel 1960 si laurea in Filosofia a Torino, con una tesi in storia contemporanea sul ghetto di Varsavia. Collabora con scritti e disegni a “Il Mondo”, alla “Fiera letteraria” e alla “Gazzetta del Popolo”. Con un gruppo di amici (Vincenzo Ciaffi, Albino Galvano e Oscar Navarro) nel 1953 fonda la rivista “Galleria” che dall’anno seguente, con il titolo “Questioni”, diventa voce influente del mondo culturale piemontese e non solo. Vi partecipano intellettuali italiani e stranieri come Nicola Abbagnano, Albino Galvano e Theodor Adorno.
La sua pittura, dopo un iniziale periodo informale, è sempre stata figurativa, con valenze visionarie e fantastiche, tale da evocare illustri discendenze, da Gustave Moreau a Odilon Redon a James Ensor. La pittura, le incisioni e i romanzi sono legati da un forte filo di comunanza, talvolta anche nella scelta di soggetti identici, trasfigurati dalla diversità dei mezzi espressivi. Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche. Negli anni Cinquanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano e Firenze e partecipa con successo a due edizioni della Biennale di Venezia.
Segue una regolare attività espositiva in tutta Italia.
Tra il 1959 e il 1985 pubblica diversi di romanzi, tra cui: La stanza dei giochi (Ceschina, 1959), Il borghese di ventura (Einaudi, 1975; Marsilio, 2013), L’incendio del Regio (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), L’amore è niente (Editore La Rosa, 1985), Il castello d’acqua (Aragno, 2004) postumo. La casa editrice Lattes fu per lungo tempo punto di riferimento per la formazione scolastica italiana; di grande rilievo è stata l’antologia illustrata con i disegni di Mario Lattes per i ragazzi delle Medie. A seguito della riforma della scuola media unica nel 1963, Mario Lattes dà vita a una pubblicazione semestrale dedicata agli insegnanti dal titolo “Notizie Lattes”. Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive, si ricorda, in particolare, la grande rassegna Mario Lattes. Di me e d’altri possibili, curata da Marco Vallora presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2008, che ben ha messo in luce i diversificati interessi dell’artista e i variegati aspetti della sua intensa ricerca.
Dall’1 al 26 ottobre 2014 si è svolta alla Galleria SVU Diamant e all’Istituto Italiano di Cultura di Praga la prima importante rassegna dell’artista torinese all’estero, curata da Vincenzo Gatti e Karin Reisovà, che ha visto esposte nella capitale boema oltre 30 opere tra oli, tecniche miste, acquerelli, incisioni e una serie di fogli di appunti e di memoria, provenienti dalla Collezione Bottari Lattes.
Nel 2015 ha visto la luce “Il Ghetto di Varsavia”, tesi di Laurea di Mario Lattes pubblicata per la prima volta, dopo 55 anni dalla sua stesura, da Edizioni Cenobio, a cura del professor Giacomo Jori. Il libro è stato presentato in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio 2015, all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia da Caterina Bottari Lattes, Giacomo Jori, Dario Disegni e Pietro Montorfani e il 16 maggio al Salone del Libro di Torino. La Tesi è un libro ritrovato, il più completo e ampio saggio sul Ghetto di Varsavia scritto da un autore italiano. Mario Lattes approfondì per questo lavoro le più importanti pubblicazioni internazionali sul tema, intervistò testimoni dell’immane genocidio e condusse personali ricerche presso gli Archivi di Varsavia. È il frutto maturo dell’impegno di un intellettuale e artista poliedrico. Reading musicali del Ghetto di Varsavia si sono svolti a Monforte, Alba, Savigliano e Torino, a cura di Ubaldo Rosso ed Elena Zegna.
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