LUOGHI DI MONFORTE


Monforte

Torre campanaria

La Torre Campanaria del borgo antico è senza dubbio l’elemento che più distingue la skyline monfortese. Eretta intorno all’anno Mille dai signori di Monforte con funzione di torre di vedetta perde successivamente la sua connotazione difensiva e viene inglobata nella costruzione della chiesa parrocchiale quale campanile. Nel corso dei secoli è soggetta a modifiche e ristrutturazioni e, all’inizio del ‘900, con l’abbattimento della vecchia chiesa, viene utilizzata per scopi civili divenendo motivo di furenti scontri e diatribe fra Monsignor Dallorto e l’amministrazione comunale. Quando la torre è ancora campanile parrocchiale l’autorità religiosa accorda al Comune l’autorizzazione a installare un orologio pubblico e l’uso della campana per il suono delle ore. Ora, sulla torre restaurata nel 1985/86 con la consulenza dell’Associazione Italia Nostra, campeggiano gli orologi ben visibili da lontano. La nuova chiesa della Madonna della Neve costruita a partire dal 1909, in stile neogotico contribuisce a disegnare lo skyline della cittadina.

Oratorio di Sant’Agostino e di san Bonifacio

Chiesa Confraternita dei Disciplinanti Bianchi. Si può presumere che risalga alla fine del ‘600. In stile barocco, l’edificio presenta una facciata in mattoni a vista, divisa in due ordini, ed è scandita da quattro paraste, poggianti su basamento. Il finestrone in alto è decorato da elementi in cotto: l’apertura rettangolare si conclude ad arco ed è sovrastata da una cornice che ripete il motivo dell’arco, arricchito da volute. L’interno, ad aula, conserva un altare maggiore e due laterali. Un cornicione aggettante, fortemente plastico, corre tutt’intorno.

Oratorio di santa Elisabetta

Chiesa Confraternita delle Umiliate. In un documento del 1688 Carlo Francesco del Carretto di Monforte offre denaro, opera e materiali per concorrere alla costruzione dell’Oratorio attiguo al castello, riservandosi un ingresso particolare, collegato attraverso un percorso coperto al castello stesso. Il piccolo Oratorio barocco è esternamente scandito ad ottagono e presenta una facciata intonacata nel 1827. La parte posteriore ha conservato l’aspetto originario e appare perfettamente integrata nel tessuto urbano circostante. Le paraste marmorizzate ornano l’interno e una decorazione floreale impreziosisce la volta. Nella parete di fondo una profonda nicchia ospita l’altare dietro il quale un’importante cornice barocca racchiude la tela rappresentante S. Elisabetta.

Palazzo Scarampi

L’esistenza di un antico castello è documentata in testi dell’XI secolo, ma di esso non restano tracce visibili. Nel 1225 fu edificata una “torre nuova” e nel 1277 venne concluso un atto tra le mura del mastio esistente. Appartenne a vari signori locali, quindi al Comune albese e ai marchesi del Carretto. Gravemente danneggiato nel 1703 dalle truppe savoiarde, che lo conquistarono, passò definitivamente allo stato sabaudo nel 1726 con la cessione dei cosiddetti “feudi imperiali”. L’attuale Palazzo Scarampi venne edificato a cura dei del Carretto dopo il 1706 sul sito del maniero precedente e ristrutturato nel 1833. Ultimo marchese a risiedere nel maniero fu Alberto Scarampi del Cairo, tragicamente scomparso alla fine del secolo scorso.

Auditorium Horszowski

Un auditorium naturale ricavato dalla pendenza morfologica del terreno e racchiuso fra la Torre campanaria, l’Oratorio di Sant’Agostino e San Bonifacio, quello di Santa Elisabetta e il Palazzo Scarampi. L’avvallamento naturale, lavorato a gradoni, offre come palco proprio il muro di cinta e il portale dei giardini Scarampi. Questo auditorium dal bassissimo impatto ambientale venne inaugurato nel 1986 dal concerto di Mieczyslaw Horszowski cui venne poi intitolato. Da allora l’impianto è diventato sede di importanti appuntamenti teatrali, produzioni cinematografiche e concerti di musica jazz con artisti internazionali.

Chiesa parrocchiale Madonna della Neve

Dedicata alla Madonna della neve, fu iniziata nel giugno del 1909, su disegno dell’ingegner Giuseppe Gallo di Torino, e terminata nell’ottobre di tre anni dopo. Realizzata in stile neo-gotico, presenta una pianta a croce latina. Il prospetto principale è preceduto da un’ampia gradinata, mentre la facciata è divisa in tre corpi verticali. Sui portali compaiono altorilievi opera del biellese Oreste Torello. Un cenno merita il campanile alto ben 54 metri, alleggerito nella parte superiore da bifore e terminante con una balaustra e una cupola. All’interno quattro colonne a fascio reggono la volta tripartita. Ricchi stucchi e statue in legno trovano posto nel Battistero collocato all’inizio della navata sinistra. Nel presbiterio, delimitato dalla ricca balaustra in marmo bianco di Carrara e giallo di Siena, si nota l’altare settecentesco in marmi pregiati che venne qui trasportato nel 1912. Interessanti le vetrate del coro, nell’abside pentagonale, provenienti da Linnich, in Germania, alla cui base sono visibili gli stemmi dei Del Carretto e degli Scarampi. Gli affreschi che decorano i due bracci del transetto, tra cui “Il miracolo della neve” e le “Storie di Maria”, sono opera di Luigi Morgari, cui si devono anche i trittici delle cappelle laterali. Solamente nell’agosto del 1923 verranno issate in cima al campanile parrocchiale le cinque campane concludendo l’opera durata quasi tre lustri.

Villa Beccaris

Collocata in cima alla Bastia – non lontana da un’inesauribile e arcinota fontana – la residenza del generale Fiorenzo Bava Beccaris, costruita alla fine del Settecento e immersa in uno splendido parco secolare, dopo lunghi anni di abbandono è ora divenuta un hotel a quattro stelle.

Collina di San Pietro

L’area collinare di San Pietro venne ceduta in epoca anteriore all’XI secolo all’abbazia albese di San Frontiniano. A cura dei monaci benedettini vennero probabilmente edificate la chiesa e un’altra costruzione attigua. Nel 1446 i beni dell’abbazia passarono al vescovo di Alba. Nel XVII secolo fu probabilmente ristrutturata la costruzione accanto alla chiesa che diventò per un certo periodo residenza estiva del vescovo albese G. Roero (1697-1720). Oggi dell’antico complesso si intravvedono solo alcuni ruderi nel bosco di querce, robinie e pini silvestri all’apice della collina.

Saracca

La Saracca è l’insieme delle antiche stradine medievali che conducono alla parte alta del paese e che s’inerpicano fra maestosi muraglioni e graziose piazzette, balconate e cancelli. Le case abbandonate e pericolanti di una ventina di anni fa sono state sostituite da residenze tanto lussuose quanto discrete. La bellezza è un tesoro che va guadagnato, la Saracca è il passaggio obbligato per raggiungere la sommità, il nucleo storico e millenario del paese. Lungo le viuzze della Saracca con restauri mirabili alcune vecchie abitazioni sono divenute residenze d’eccellenza che invitano a vivere in un alone medievale, su tutte la barocca Ca d’ Camiot. Il toponimo potrebbe derivare da saracco, saracinesca facendo riferimento alla porta scorrevole in grata di ferro che chiudeva l’accesso alla parte fortificata oppure da saracum, il carro a due ruote trainato da buoi che riforniva il centro abitato e doveva dunque risalire per le vie della Saracca.

Piazza Umberto I

Sino a quando il paese vive principalmente sulla sommità del colle, fino alla fine dell’800 questa è la piazza del Borghetto formato da qualche casa sparsa e da una chiesetta intitolata a San Sebastiano, per invocare protezione contro la peste. È con il ‘900 che la piazza diviene il centro di aggregazione dei monfortesi. La recente sistemazione con l’elegante pavé e le luminarie sono il biglietto da visita delle bellezze mozzafiato che si potranno scoprire salendo al colle.

Piazza Fratelli Viola

All’inizio dell’Ottocento il comune decide di risistemare il Borghetto abbattendo gli edifici fatiscenti e ampliando l’area ai piedi del colle fortificato. L’ampia superficie che ne deriva prende il nome di piazza dei Sapetti. È con questo nome che i monfortesi continuano a chiamarla sebbene per la toponomastica sia piazza Fratelli Viola. Tra il 1907 ed il 1908 viene eretto il muro a sostegno del terrapieno verso la collina. La piazza dei Sapai diviene luogo di mercati e di fiere, di mostre e concorsi per bovini, ma, allo stesso, tempo è il luogo delle feste e delle sfide dello sport più amato dai locali: il pallone elastico.

Castello di Perno

Un primo edificio fortificato è presente sulla collina di Perno già nei primi secoli del Mille. La zona subisce numerosi attacchi e sul suo suolo vede alternarsi il domino di diverse famiglie nobiliari: Prato, Malvasi, Dal Pozzo della Cisterna. Come quello di Monforte, anche il Castello di Perno subisce attacchi e danneggiamenti fino a essere smantellato. Nel 1790 le forme medievali del vecchio maniero vengono soppiantate da quelle di una dimora patrizia. All’inizio del XX secolo la proprietà è di Alfredo Roggeri, poi, nella seconda metà del secolo scorso viene acquistato dalla famiglia Einaudi che sottopone il castello a rilevanti opere di restauro. Oggi, dopo diversi passaggi di proprietà, è una struttura ricettiva con interni pregevolmente affrescati.

Castello di Castelletto

È proprio da un antico maniero del XIII secolo che prende il nome una delle principali frazioni di Monforte. I ruderi, a memoria della difesa del borgo, sopravvivono sull’altura che si erge sulla frazione. In epoca medievale il castello non è solo centro nobiliare e difensivo, ma anche religioso con una chiesa interna all’edificio. Soltanto sul finire del XV secolo il territorio e il castello vengono infeudati ai Del Carretto che ne rimarranno i signori fino al termine del periodo marchionale.

Palazzo comunale

Recentemente ristrutturato, sia esternamente che internamente, è un palazzo di sobria eleganza. La struttura con mattoni a vista è una peculiarità che caratterizza la gran parte dei restauri conservativi della Provincia Granda e il municipio monfortese non fa eccezione. All’esterno, sopra il portoncino d’ingresso, campeggia lo stemma comunale.

Teatro comunale

Lo spoglio e anonimo salone comunale di un decennio fa è diventato un teatro, elegante, moderno e accogliente. Uno spazio complementare a quello dell’Auditorium Horszowski con tutte le carte in regola per vivacizzare la vita culturale monfortese dodici mesi l’anno.

Palazzo Martina

Fra piazza Umberto I e la chiesa parrocchiale si erge l’edificio eretto per volontà testamentaria di Paolo Domenico Martina. Recentemente restaurato, al suo interno ospita la biblioteca comunale, incontri culturali, convegni sulla storia locale e mostre d’arte. In futuro il palazzo sarà sede di un museo, intitolato all’ufficiale, in cui verrà esposta l’eclettica collezione di un poliedrico appassionato di pittura, vinificazione, agricoltura e bachicoltura.

Cappella campestre di Santo Stefano di Perno

Della cappella edificata nel XII secolo sono ancora visibili l’abside circolare in pietra e modeste parti delle pareti laterali. Navata e facciata furono ricostruite tra il 1753 e il 1757, mentre l’ultimo restauro è avvenuto fra il 1977 e il 1983. Un accurato scavo archeologico ha individuato una fase di utilizzo dell’altura come area cimiteriale in epoca precedente la costruzione romanica. Nel catino absidale è conservato un frammento del XV secolo raffigurante la lapidazione di Santo Stefano.



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