Centro turistico sulle colline del Barolo, 2.000 abitanti circa a 20 km da Alba e da Bra, 35 dall’aeroporto di Levaldigi, 50 da Asti, 75 da Torino, Monforte d’Alba è terra di splendidi paesaggi, bellezze architettoniche, di grandi vini ed eccelsa gastronomia.
I suoi 528 metri sul livello del mare e il clima salubre ne fanno l‘ambiente ideale per curare lo stress grazie alla possibilità di fare distensive passeggiate tra i sette sentieri che si irraggiano verso le campagne circostanti, ricchi di viste mozzafiato su vigneti di Nebbiolo, Dolcetto e Barbera. Di antichissima origine, Monforte deve il suo nome al castello cinto da mura che sorse nell’Alto Medioevo sulla sommità del colle e che nel 1208, secondo gli storici, fu espugnato da Ariberto d’Intimiano arcivescovo di Milano per soffocare l’eresia proto-catara che si era diffusa in loco e che aveva coinvolto gli stessi feudatari. Gli abitanti di Mons Fortis, fatti prigionieri, furono condotti a Milano e costretti a scegliere tra l’abiura e il rogo; la maggior parte di essi, coerente con i propri principi, si lanciò tra le fiamme. La presenza del nome Monforte nella toponomastica di Milano è certamente da ricondurre a questa vicenda.
‘La Saracca’ rappresenta il nucleo storico e millenario di Monforte d’Alba, costituito da un insieme di antiche stradine di pietra medievale. Le vecchie case abbandonate e pericolanti sono divenute, con ottimi restauri rispettosi delle tipologie architettoniche preesistenti, residenze d’eccellenza che invitano a vivere in un’atmosfera medievale. ‘La Saracca’ è il passaggio obbligato per giungere alla sommità del paese e all’Auditorium Horszowski, un anfiteatro naturale lavorato a gradoni. Dal 1986, anno di inaugurazione, l’auditorium è diventato sede di importanti appuntamenti teatrali, concerti operistici, sinfonici e di musica jazz con artisti internazionali. Sulla piazza dell’auditorium sorgono anche l’Oratorio di Sant’Agostino, costruito alla fine del ‘600 nell’ambito del barocco piemontese, e la Torre Campanaria, eretta intorno al XII secolo dai signori di Monforte con funzioni di vedetta, che costituisce un importante elemento della skyline monfortese. A delimitare la piazza verso nord ci sono le mura del già citato Palazzo Scarampi, costruito dai Marchesi del Carretto dopo il 1706 sul sito di un maniero precedente (probabilmente risalente all’XI secolo), ristrutturato nel 1833 e attuale residenza dei Marchesi Scarampi del Cairo. Al palazzo, attraverso un passaggio coperto, è collegata la Chiesa delle Umiliate, costruita intorno alla fine del XVII secolo in stile barocco da Carlo Francesco del Carretto di Monforte. Con l’inizio del XX secolo la parte più bassa del paese, anticamente chiamata ‘Il Borghetto’, diventa centro di aggregazione dei monfortesi, il cui fulcro è Piazza Umberto I.
Sulla piazza si erge Palazzo Martina, costruito per volontà del colonnello Paolo Domenico Martina, che ospita dal 2011 il Museo Martina, dedicato al colonnello e ai suoi interessi (biologia, zoologia, scienze agrarie) e la Biblioteca Comunale. Di particolare interesse è la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Neve, progettata a inizio ‘900 dall’ingegner Giuseppe Gallo in perfetto stile neogotico, dall’interno lussuosamente decorato e ornato di arredi sacri molto preziosi. Vicino alla chiesa trovano posto anche il palazzo comunale e il teatro, entrambi restaurati all’inizio degli anni 2000.
Un altro importante recupero, l’antico edificio già sede municipale e delle scuole elementari, dal 2010 ospita le sale espositive, l’auditorium, la foresteria e gli uffici della Fondazione Bottari Lattes. Di recente, nel centro del paese, poco distante dal palazzo comunale, in una palazzina di fine anni ‘40 interamente ristrutturata, è stata allestita la Biblioteca e Pinacoteca “Mario Lattes”, che ospita circa 15.000 volumi provenienti dall’archivio del Premio Bottari Lattes Grinzane e dalla collezione privata di Mario e Caterina Lattes e 400 opere pittoriche di Mario Lattes.
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