Designati i finalisti della VI edizione della sezione Il Germoglio del premio Bottari Lattes Grinzane
La Giuria Tecnica riunitasi ieri presso la sede della Biblioteca della Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba, ha scelto i nomi dei cinque finalisti della sezione Il Germoglio, destinata ai migliori titoli di narrativa italiana e straniera pubblicati in Italia fra gennaio 2015 e gennaio 2016:
- Kamel Daoud, Il caso Meursault, Bompiani, 2015
- Hakan Günday, Ancóra, Marcos y Marcos, 2016
- Emilio Jona, Il celeste scolaro, Neri Pozza, 2015
- Joachim Meyerhoff, Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato, Marsilio, 2015
- Robert Seethaler, Una vita intera, Neri Pozza, 2015
I romanzi sono stati selezionati sulla base del loro valore letterario e delle rappresentatività delle tendenze più vive e originali della narrativa contemporanea.
Non è stato facile scegliere i cinque titoli finalisti della sezione Germoglio del Premio Bottari Lattes Grinzane. Abbiamo esaminato – dichiara la Giuria tecnica – oltre cinquanta volumi, molti dei quali di ottimo livello. La decisione finale ha infine premiato alcuni titoli che rappresentano sorprendenti casi internazionali oppure un percorso già consolidato.
I cinque titoli individuati, le cui motivazioni sono state enunciate durante la cerimonia condotta da Alessandra Comazzi, sono risultati eterogenei per taglio narrativo e stile oltre che per argomenti affrontati.
Durante la cerimonia di designazione sono intervenuti Enrico Tallone, della Casa Editrice Alberto Tallone, e a seguire Luigi La Spina, Editorialista de «La Stampa». I giovani presenti nella platea hanno così avuto la possibilità di ascoltare il contributo di due professionisti del mondo dell’editoria.
IL GERMOGLIO E LA PARTECIPAZIONE DEI GIOVANI
I giovani diventano protagonisti: da aprile a giugno i cinque romanzi, selezionati dai professionisti che compongono la Giuria Tecnica, saranno letti, analizzati e discussi dai 240 ragazzi di 15 Giurie Scolastiche, composte da 14 scuole in Italia e una all’estero.
Saranno loro a decretare il vincitore della sezione Il Germoglio: a ottobre 2016, presso il Castello di Grinzane Cavour, alla presenza del Notaio, ci sarà – in diretta – lo spoglio dei
voti degli studenti.
A ciascuno dei cinque finalisti sarà consegnato un premio in denaro di 2.500 euro e al vincitore un ulteriore riconoscimento di 2.500 euro.
I finalisti e i vincitori delle scorse edizioni: Morten Brask, Novita Amadei, Marco Balzano, Charles Lewinsky, Elisa Ruotolo; Andrew Sean Greer, Stefania Bertola, Peter Cameron, Kim Leine, Alessandro Mari; Melania Gaia Mazzucco, Chad Harbach, Ugo Riccarelli, Zeruya Shalev; Romana Petri, Laura Pariani, Jón Kalman Stefánsson; Colum
McCann, Caterina Bonvicini, Valerio Magrelli.
LE GIURIE SCOLASTICHE
- Liceo Classico “Alfieri” – Asti
- Liceo Classico “Gioberti” – Torino
- Liceo Scientifico “Cocito” – Alba (Cn)
- Liceo Scientifico “Pacinotti” – La Spezia
- Liceo Classico, Artistico e Musicale – Aosta
- Liceo Scientifico “Belfiore” – Mantova
- Liceo “Leopardi – Majorana” – Pordenone
- Liceo Classico “Galilei” – Pisa
- Liceo Classico “Varrone” – Rieti
- Liceo “Galanti” – Campobasso
- Liceo Classico “Pansini” – Napoli
- Istituto di Istruzione Superiore “Giordano Bruno” – Perugia
- Liceo Classico “Campanella” – Reggio Calabria
- Liceo Scientifico “Marconi” – Sassari
- Liceo Scientifico Italiano “Leonardo Da Vinci” – Parigi
LA QUERCIA
L’altra sezione del Premio Bottari Lattes Grinzane, La Quercia, è dedicata a Mario Lattes (editore, scrittore, pittore, scomparso nel 2001). Questo riconoscimento è destinato a un autore internazionale che si sia dimostrato nel corso del tempo meritevole di un condiviso apprezzamento critico e di pubblico e che viene scelto a insindacabile giudizio della Giuria Tecnica. L’autore vincitore di questa sezione riceverà un premio in denaro di 10.000 euro e terrà una Lectio Magistralis su un tema letterario in autunno: il nome del vincitore verrà annunciato a mezzo stampa nel mese di settembre 2016.
I vincitori della sezione La Quercia: Patrick Modiano, insignito nel 2014 del Nobel per la letteratura, Javier Marías, Enrique Vila-Matas, Alberto Arbasino, Martin Amis.
LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Kamel Daoud, Il caso Meursault, Bompiani, 2015
Il romanzo di Kamel Daoud, Il caso Meursault (Bompiani), come è già stato giustamente notato, è una sorta di riscrittura de Lo Straniero di Albert Camus dal punto di vista delle vittime arabe. Accanto all’originalità dell’impianto narrativo, si staglia una scrittura di rara potenza espressiva; Kamel Daoud, con il suo primo romanzo, sa già provocare quella sensazione traumatica che ci da l’impressione di essere in presenza di un caso specifico di
grande qualità.
Kamel Daoud è nato nel 1970 a Mostaganem. E’ giornalista e scrive per il «Quotidine d’Oran», dove da dodici anni si occupa della cronaca. Vive a Oran. E’ autore di racconti, alcuni dei quali sono stati riuniti nella raccolta Le Minotaure 504 (Sabine Wespieser Editeur, 2010). Il caso Meursault è il suo primo romanzo ed è in corso di pubblicazione in tredici paesi tra cui Stati Uniti, Inghilterra e Germania.
Hakan Günday, Ancóra, Marcos y Marcos, 2016. Ancóra è il romanzo di un bambino che cresce aiutando il padre nel commercio di clandestini in Turchia. Il libro mette al centro, con delicatezza e spietatezza, il tema tragico dei migranti e della crudeltà di chi li sfrutta e inganna nella loro ricerca di pace e di benessere. Con efficacia e limpidità, Ancóra mostra anche come la situazione ambientale possa condizionare terribilmente la formazione morale di un ragazzo, portandolo all’efferatezza gratuita; ma lascia anche aperta la speranza al superamento del male, rappresentata da un piccolo talismano che un profugo, morto proprio per colpa del protagonista, aveva lasciato in dono al carceriere.
Hakan Günday, nato a Rodi nel 1976, ha sangue turco e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive. A ventitré anni, invece di varcare il portone dell’Università, comincia a trascorrere le giornate al caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione di incassi in libreria.
Racconta storie a tinte forti con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata.
Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in situazioni estreme stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa più giovane che cambia.
Emilio Jona, Il celeste scolaro, Neri Pozza, 2015
A quasi novant’anni, dalla poesia e dagli studi sulla musica, popolare e colta, Jona approda alla narrativa, con un romanzo impegnativo, che ricostruisce sulla scorta di documenti il processo del 1953 al libraio milanese Emanuele Almansi, che tentò di uccidere premeditatamente il figlio Federico, schizofrenico. Ne risulta un affresco asciutto,
ma vivace della cultura milanese del secondo dopoguerra e dell’esperienza del carcere. Il libro imperniato sul contrasto tra la vita splendida e luminosa del ragazzo, ispiratore dei versi di Saba e poeta in proprio, e la malattia e la minaccia della povertà e della solitudine.
Emilio Jona è nato a Biella nel 1927. Ha scritto canzoni, libretti d’opera, testi teatrali, poesie (La
cattura dello splendore è stato finalista al Premio Viareggio e vincitore del Premio Catanzaro 1998),
raccolte di racconti e romanzi. Ha condotto ricerche sull’espressività popolare urbana e contadina,
da cui ha tratto numerosi libri, quali Senti le rane che cantano (Donzelli, 2005) e Le ciminiere non
fanno più fumo (Donzelli, 2008).
Joachim Meyerhoff, Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato, Marsilio, 2015
Joachim Meyerhoff, l’autore, è anche attore e lavora al famoso Burgtheater di Vienna. E questa sua doppia cifra, scrittura e arte di scena, è una delle chiavi di lettura del suo lavoro dal titolo complesso. Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato è a suo modo un romanzo di formazione. Racconta di un bambino che vive all’interno di un grande ospedale psichiatrico, di cui il padre è direttore. La famiglia, a suo modo felice, si svela
poco a poco una consueta famiglia infelice. Tutto cambia, tutto matura, mentre la vita viene “recitata”.
Joachim Meyerhoff (Homburg 1967), scrittore e noto attore di teatro, dal 2005 è membro del’Ensemble del Burgtheater di Vienna. Candidato al’Ingeborg Bachmann Preis e al Deutscher Buchpreis, i due maggiori premi letterari in Germania, Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato è un vero e proprio caso letterario che ha già stregato i lettori tedeschi e uscirà in 12 paesi.
Robert Seethaler, Una vita intera, Neri Pozza, 2015
Robert Seethaler è uno scrittore viennese e ci racconta una storia che si svolge nella sua terra, tra le Alpi austriache. Una storia meravigliosamente semplice, capace però di captare le vibrazioni più intime della natura circostante e dell’animo dei personaggi. La trasparenza e levità della scrittura ricorda quella di taluni grandi scrittori della sua terra come Adalbert Stifter e Joseph Roth.
Robert Seethaler è nato a Vienna nel 1966. Autore e sceneggiatore, nel 2007 il suo romanzo
d’esordio è stato premiato con il prestigioso premio del Buddenbrookhaus. Ha ottenuto numerose
borse di studio, tra cui la Alfred Döblin della Academy of Arts, e il film tratto dalla sua sceneggiatura (Die zweite Frau) ha ricevuto un importante riconoscimento al Festival del Cinema di Monaco di Baviera nel 2009. Una vita intera è stato un grande successo di critica e pubblico.
Attualmente vive tra Vienna e Berlino.
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