Designazione dei vincitori del Premio Bottari Lattes Grinzane V edizione
Durante la cerimonia di Designazione, la giuria tecnica ha annunciato i nomi dei 5 finalisti della sezione Il Germoglio. I romanzi sono stati selezionati sulla base del loro valore letterario e delle tendenze più vive della narrativa contemporanea.
Finalisti:
- Novita Amadei, Dentro c’è una strada per Parigi, Neri Pozza
- Marco Balzano, L’ultimo arrivato, Sellerio
- Morten Brask, La vita perfetta di William Sidis, Iperborea
- Charles Lewinsky, Un regalo del Führer, Einaudi
- Elisa Ruotolo, Ovunque, proteggici, Nottetempo
Ho molto apprezzato le scelte della Giuria Tecnica, perché ritengo siano dei romanzi che sia per temi sia per stile piaceranno ai giovani delle nostre giurie scolastiche. Vengono affrontati temi di sofferenza morale e di crescita personale, che possono essere stimolo a giuste riflessioni soprattutto nell’età di formazione. Come Fondazione siamo orgogliosi di poter proseguire in questo percorso di diffusione e di valorizzazione della cultura e di avere come interlocutori di riferimento i giovani, che sono parte attiva del Premio e a cui rivolgiamo gran parte della nostra attività Caterina Bottari Lattes, Presidente della Fondazione.
Gli ottantadue libri selezionati e inviati dalle case editrici rappresentano un alto livello qualitativo della narrativa italiana e straniera sia per la qualità della scrittura sia per i temi affrontati” – afferma il Presidente della Giuria –.“La sfera privata e anche autobiografica predomina, soprattutto tra gli autori italiani, a discapito di temi più prevalentemente politici.
I cinque titoli selezionati, eterogenei per taglio narrativo e stile oltre che per argomenti affrontati, rappresentano cinque case editrici differenti.
La cerimonia, condotta da Alessandra Comazzi, è stata accompagnata da un reading musicale eseguito da Elena Zegna e Ubaldo Rosso. La lettura di alcune intense pagine tratte da Il Ghetto di Varsavia di Mario
Lattes, volume di recente pubblicazione a cura delle Edizioni Cenobio, s’intreccia con l’esecuzione al flauto di struggenti melodie ebraiche.
Ho passato la mattina nel Ghetto di Varsavia, fra i cinquecentomila che lo abitavano nel ’41. Mi sono seduto all’ombra dell’unico albero superstite. Mario Lattes
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